domenica 30 dicembre 2007

..07 - ..08


Fine . Inizio.

Ci siamo, un’altra volta. E, ogni volta, penso ci sono stata, ci sarò?
E penso a quello che avrei voluto fare e a quello che farò.
E penso a quello che ho vissuto e a quello che vivrò.
E penso che qualcosa vorrei cambiare e qualcosa no .
E penso che qualcosa dovrei chiudere e qualcosa no .
E penso alle lacrime e ai sorrisi, passati.
E penso che vorrei più ridere che piangere.
E so che spesso dipenderà da me.
E so che potrei essere diversa. Diversa da chi ?
E penso che, di nuovo, sarò come sarò.
Diversa ? Forse, un po’, ma so che sarò.

Camminerò, inciamperò e mi rialzerò.
Dolore o gioia, lacrime o sorrisi.
Sarò come sono stata, sono e sarò.

Gabbiano.....
Ciao 2007……benvenuto 2008….

mercoledì 19 dicembre 2007

Non si fa mai....


Non si fa mai di lasciare cadere silenzio
Come se non ci fosse altro che il nulla

Non si fa mai di non sentire parole
Come se non ci fosse altro che silenzio

Non si fa mai di ignorare sguardi
Come se non ci fossero occhi

Non si mai di dimenticare il passato
Come se non ci fosse passato che è presente

Non si fa mai di dire….”dopo”…
Come se non ci fosse tempo

Non si fa mai

martedì 4 dicembre 2007

Come un albero, senza rami nè foglie......


Sì, come rami tagliati, ognuno va per la sua strada, senza voltarsi indietro, sensa sapere nè quello che lascia, nè quello che trova.....e, come un albero, il dolore è profondo, soprattuto perchè snaturato dal suo essere normale. No, non solo rami tagliati, ma rami spezzati, come se non avessero avuto origine da quell'albero, come se fossero nati per....aria.... Perchè ? Tanto volte ho chiesto perchè, senza una risposta che non fosse altro che....sei un albero sbagliato, non dovevi esserci, non dovevi fare ombra o godere del sole...non dovevi avere forza o dare sollievo...non dovevi avere troppe foglie o troppo verdi...non dovevi, non dovevi e....non dovevi... Mai, nessuno si è chiesto perchè.....veramente...mai nessuno ha capito che più foglie o più ombra erano anche per chi di foglie o di ombra ne voleva avere, ma non sua..... Mai nessuno ha chiesto se avevo sete in estate o freddo in inverno. Le foglie o l'ombra o i ceppi sono serviti per dire o dare quello che gli altri volevano prendersi...e poi ? Muto e sfrondato, senza rami nè foglie, lasciato nel silenzio pesante del peso pressante di tanto rumore di stupide cose...... Mai poter dire "vorrei perchè ti ho riparato o scaldato e abbellito"......La risposta è stata ed è sempre la stessa....."hai fatto il tuo stupido, sporco mestiere, null'altro puoi dire o puoi fare, non puoi ricattare per quello che è stato naturale".... Dio buono, mi dico, ma solo per fare, sono servito ? E, per avere, non è tempo ? E cosa dovrei avere ? Un pò d'acqua che ho sete !
"dare da bere agli assetati !"
Si vede che sete non devo avere......si vede che arido devo restare....intorno fioriscono rovi....hanno acqua e riparo......ed io guardo stupito e intontito nel freddo che avanza..... vorrei rinascere erba, gramigna, magari e.....vorrei poter dire...."che male mi fai!" ....vorrei gridare nel vento che urla...vorrei piegare il mio tronco, ma non farmi spezzare....
E invece ?
Senza rami e senza foglie, avanzo nell'inverno che incombe, sapendo che nulla sarà a darmi calore o riparo.....i rami son giù dal mio tronco...di foglie non posso averne mai più.......
Ho amato stare nell'aria, nel vento, nel sole......ho avuto burrasche, inverni terribili, primavere strane e estati difficili ma poi.....ogni tanto un germoglio, una foglia baciata dal sole e rinfrescata dall'acqua ed io risorgevo, come con linfa vitale......ma.....sono cresciuto male....contorto, nodoso per quello che sono e per ciò che non ho avuto ma....nessuno ha mai chiesto...perchè ?
Per me ?
L'accetta a tagliare con forza e precisione i rami più belli per adornare altre tavole o scaldare altri cuori e corpi...... E vado silente nell'inverno che incombe..........nudo e silente avvolto nella nebbia che sale.....è buio....è freddo......è notte...... silenzio...silenzio...silenzio...fate solo silenzio.....

domenica 11 novembre 2007

Il silenzio non è per me.....


Ho provato a rimanere in silenzio.....ci sono riuscita per 6 lunghi mesi. Sono rimasta ferma, immobile, quasi una statua, stordita e ripiegata in me stessa, cercando, disperatamente, energia vitale.....spesso sentivo, nell'immobilità, il freddo della morte, dentro e fuori di me, ma non potevo fare altro che stare "ferma".


Per farlo, ho piegato me stessa, fino quasi a spezzarmi. Ho legato le mie mani e la mia mente e, soprattutto, ho fermato il mio cuore.....già il mio cuore ballerino.....va a mille e poi a dieci e poi di nuovo a mille e....a dieci....il petto mi trema, come il labbro, in quei momenti, e la paura mi assale. Penso e se.......ma no, non sarà il mio momento, ho ancora tante cose da fare, davvero, non adesso, ancora un pò di tempo, voglio ancora un pò di tempo. E non voglio neppure sapere perchè fa così, il matto, insomma, voglio continuare ad andare come sento, come mi va, senza più pensieri come macigni, ma solo pensieri.....in libertà.....


Adesso che so che non starò zitta mai più. Ci ho provato, e lo sapete, ma non ce l'ho fatta. Avevo detto che non avrei detto più nulla, che non avrei scritto più nulla ma.....in un giorno di maggio ho deciso che non potevo tacere, che non potevo lasciare le cose così come erano andate, a travolgermi come sassi pesanti caduti da un costone di immensa montagna....


E ho ricominciato a scrivere, nel silenzio assordante, intervallato solo da piccoli cenni.....piccoli sguardi ai miei scritti.


E poi un segno, un segno che non può essere uno "scivolamento", troppo volontario e preciso e...di nuovo silenzio, assordante.....


Chi mi conosce sa che basta darmi un piccolo imput e....non mi fermo più.

E vado e andrò, di nuovo, come sono io; senza scudi o difese, senza arroganza o false verità ma....con determinazione sì, sempre, con la determinazione di chi non si lascia uccidere dal silenzio o dai sassi lanciati, quasi, a lapidarmi. No, mai. Vado, in questa strana estate di San Martino che ha un'aria sospesa e un cielo grigio, vado misurando il passo per non stancarmi perchè è vero che sono stanca e tanto, è vero che sono tanto, tanto stanca ma....non posso e non vorrei fermarmi, non adesso.....mi aspettano giorni convulsi, è vero, ma saranno anche momenti lieti e di dolce tristezza....

Vorrei poter tornare indietro per un pò, un pò solo e rivivere piccole gioie e stringere due manine o accarezzare dei capelli, di due piccole bimbe che ho stretto, tante volte, al mio cuore.....vorrei ridare loro un cielo solo sereno o con un arcobaleno bellissimo...vorrei poterle rassicurare, come da piccole...vorrei chiedere anche scusa, se qualcosa non è andato come sarebbe dovuto ma.....dirò solo che l'ho amate tanto e tanto continuerò ad amarle, da lontano, cercando nel silenzio assordante di risentire la loro voce o immaginare i loro volti e risentire le loro braccine stringermi dolcemente.....vorrei averle qui, egoisticamente, a darmi forza per andare avanti......la forza che inizio a perdere. Vorrei la loro forza e la loro volontà....vorrei avere, quasi, il loro tempo per avere più tempo ma......posso solo continuare a dire e lo farò.

martedì 4 settembre 2007

E' ora di riprendere il cammino....


Basta.....basta al dolore o ai pensieri dolorosi.....basta alle frustrazioni o ai sensi di colpa o....al rimanere fermi aspettando.

Aspettando cosa o chi.......ci sono io....e basta così...ed è ora di riprendere a camminare. Dove ? Dove mi porteranno i pensieri o il cuore o...semplicemente i piedi. Non posso e non volgio stare ferma, ancora; non servirebbe. Posso pensare che ho cercato di comprendere e di farmi comprendere ma non posso volere che si adegui il passo e allora...vado....la strada c'è, poca o tanto che sia, voglio farla...voglio andare ancora incontro ad altro.....a quello che ci può essere e, questa volta, non farò progetti grandi o a lunga scadenza.....farò progetti....oggi, domani o dopo....piccoli, piccoli come i miei passi ma...vado avanti. Negli occhi e nel cuore c'è ancora qualcosa ma....guarderò altro e penserò altro.....devo andare.......voglio andare, consapevole che tante cose si perderanno ma non sarà dipeso solo da me....no...basta, anche, ai sensi di colpa o al senso del dovere.....non sono io, da sola, a determinare le cose.....e sono sola a pensare a me....un pò di sano egoismo e...avanti.....la strada è nei miei piedi, nella mia mente nel mio cuore.

L'aria, stasera, è fresca e un venticello fa sentire il suo alito. L'estate sta andando via e anche io.....Ciao.

giovedì 7 giugno 2007

Nel tempo....

Nel tempo che passa non riesco a "crescere" dentro.
Mi sento una voglia di esserci come se non avessi l'età che ho o come se non contassero nulla gli schiaffi presi.
E spesso sogno, ad occhi aperti, come da ragazza....il sogno è mio a tal punto che sembra realtà.
E il sogno è piccolo e grande.
E il sogno continua, anche quando il giorno è nero o difficile.
Ma è sogno......
E' il mio sogno e sarà la mia realtà

sabato 2 giugno 2007

...solo 2 giugno....


E' solo il 2 giugno....sembra un giorno come un altro. Fuori è festa; è festa sul calendario, è festa nel silenzio della città. E' stata festa a tavola...il pranzo diverso, più curato e con più tempo per essere gustato.
Dentro ?
E' un giorno come un altro, è solo il 2 giugno, come è stato il 31 maggio o come sarà il 5 giugno.
E poi, nei pensieri, c'è altro; che non sarà sempre così, che questo tormento, quello dentro, finirà.
Ce ne saranno altri, di tormenti, ma non saranno questo......e intanto i denti si stringono fino a fare male...e le gambe si serrano, accavallandosi, provocando contratture.....
Ma in fondo, ma proprio nel mio profondo, non riesco a non vedere sole o sereno o tempesta e quiete.....

Non riesco a non vedere vita normale.....e già normale mi sembra una parola grossa....e allora la riscrivo, in tanti modi...NORMALE.......normale......normale.....normale....normale....NORMALE.....NORMALE....

domenica 27 maggio 2007

Il silenzio assordante.


Quante volte mi sono detta…..sei matta ? Cosa vuol dire silenzio assordante ?
O è silenzio o è….rumore assordante !
No !
C’è un silenzio assordante. Terribile e devastante.
Provarlo è un po’ come morire, dentro…..
Ti senti sola. Ti senti solo tu. Intorno a te, silenzio…assordante. Nelle orecchie un sibilo, che diventa un rombo….assordante, appunto e dentro freddo. Un freddo di quelli che non riesci a combattere. Puoi coprirti; accendere un fuoco, allegro, di un caminetto ma, hai freddo, dentro, tanto e tanto freddo. Quasi di morte.
Ed è una morte; è la morte di persone che non si parlano più, che non dicono ma, soprattutto, non ascoltano. E tu ti senti solo, come mai ti sei sentito. Anche quando sei nella folla, sei solo, maledettamente solo.
Mi sono chiesta perché…..perchè non sono stata in grado io di dire….di farmi capire….di avere risposte o, quanto meno, attenzione ?
Perché il silenzio assordante ha invaso la mia vita, per tanto e tanto
tempo ?
Ho pensato, anche e a ragione, che spesso io sono stata confusa e che, la mia confusione è stata percepita o sentita e ha determinato silenzio assordante e…poi, quasi fosse nel corso naturale delle cose, la morte di conflitti, di rapporti, di sentimenti di dire o ascoltare…insomma la fine di un vissuto, anche importante.
Perché, perché non essere chiara o lineare o uniforme , per tanti anni ?
La paura, spesso, determinata da picchi di insicurezza, di fragilità, di attenzione agli altri e non a me stessa. Mi sono persa, per anni….come se fosse poco importante esserci come sentivo o sento…come se fosse importante o più importante quello che gli altri si aspettavano da me e non quello che io volessi o desiderassi veramente.
E poi, una volta iniziato a ritrovarmi…ho perso altro…..ma forse, le cose/persone che si perdono non erano così importanti o noi non eravamo importanti per le cose o le persone perse.
Certo è che, alla fine, è stata dura prima ed è stata dura dopo e…adesso ?
Non lo so. Ed è di nuovo il tramonto di un altro giorno.

venerdì 25 maggio 2007

al mio papà

Vorrei…anzi, voglio…

Ho appena finito di vedere, sentire e …….il dvd di Antonio Pennacchi, una delle persone più importanti della mia vita e non voglio dire il perché , ma, probabilmente, lui capirà, perché ai suoi fratelli e a lui, è legata la mia infanzia e la mia vita.
Lui è…è stato e …sarà Antonio; con il suo amore smisurato per questa città e per le sue origini ( leggasi famiglia), dimostrato a modo suo, è vero, e per il suo amore forte e dolce per il mio papà.
Per tutti questi anni, 30, dal giorno in cui è mancato mio padre, io penso di non aver fatto pace né con la sua morte, né con questa città.
Una città che continuo ad amare e ad odiare, una città in cui sono nata ( a Piazza Bruno Buozzi), cresciuta e vissuta, una città che, con il suo “stile”, sia di vita che di non vita, ha allontanato le mie figlie, che non si riconoscono appartenere a questa terra. E, tante volte, mi sono detta, che i nostri giovani, i nostri figli, vanno via per “colpa nostra”, sì, di noi tra i cinquanta e i sessant’anni che non siamo stati in grado di proseguire, con amore e cultura, il lavoro dei nostri padri.
Abbiamo lasciato la città, nella mani di persone che hanno anteposto i loro interessi all’interesse della gente, di quella stessa gente che, come mio padre, dopo anni di guerra e di stenti, qui aveva deciso di vivere e di lavorare. Il mio papà….che credeva nella politica, che del consiglio comunale aveva fatto parte, nei tempi lontani in cui la politica era, come dovrebbe essere, vita…vita onesta e laboriosa, di gente che voleva fare e dire e pensare…..
E, proprio il suo essere così convinto delle sue idee, dei suoi ideali, le devastazioni di sei anni di prigionia, l’hanno portato via presto, troppo presto per me che, come figlia, ancora sento il bisogno della sua voce, della sua voce di quando stava bene, forte, determinata e terribilmente dolce, di quando trovavo rifugio in lui e prendevo forza da lui.
E, per anni, ho vissuto ovattata, anche io, come tanti, dicendo…parlando….lamentandomi….come se di questa città non fossi una parte, anche se piccola, come se non potessi altro che….parole….parole e parole….dette nei luoghi sbagliati o dove pochi potessero sentire, anche quando, alla morte di mio padre, ci sono voluti cinque lunghi anni e tre “trasferimenti”, per dargli definitiva sepoltura !!!!!.
E adesso, dopo aver sentito e visto Antonio e aver per un attimo, rivisto in lui papà, con al sua foga e la sua determinazione, ho pensato che…vorrei…anzi no, voglio o rivoglio la mia città, quella che conosco, quella della mia infanzia, dei mie giochi, dei miei primi dolori o gioie, ma voglio quella città, quella che è stata nei cuori dei nostri padri, di quelli che l’hanno veramente amata e vissuta con la speranza, forte e risoluta, di chi è abituato a lavorare e a credere in un ideale di vita, di vita vera.

Ciao, Papà!